martedì 2 settembre 2014

Colpa delle stelle - John Green

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Colpa delle stelle
John Green
Rizzoli



Verrà un tempo in cui tutti noi saremo morti. Tutti. Verrà un tempo in cui non ci saranno essere umani rimasti a ricordare che qualcuno sia mai esistito o che la nostra specie abbia mai fatto qualcosa. Non ci sarà rimasto nessuno a ricordare Aristotele o Cleopatra, figuriamoci te. Tutto quello che abbiamo fatto, costruito, scritto, pensato o scoperto sarà dimenticato, e tutto questo non sarà servito a niente. Forse quel momento sta per arrivare o forse è lontano milioni di anni, ma anche se noi sopravvivessimo al collasso del nostro sistema solare non sopravviveremo per sempre. È esistito un tempo prima che gli organismi prendessero coscienza, e ce ne sarà uno dopo. E se l'inevitabilità dell'oblio umano ti preoccupa, ti incoraggio a ignorarla. Sa il cielo se non è quello che fanno tutti.

È una metafora, sai: ti metti la cosa che uccide tra i denti, ma non le dai il potere di farlo.

Mi piaceva Augustus Waters. Mi piaceva proprio ma proprio tanto. Mi piaceva che la sua storia finisse con qualcun altro. Mi piaceva la sua voce. Mi piaceva che avesse fatto tiri liberi esistenzialmente pregni. Mi piaceva che fosse un docente del Dipartimento dei Sorrisi Leggermente Truffaldini con una nomina anche presso il Dipartimento dell'Avere una Voce Che Fa Sentire la mia Pelle come una Vera Pelle. E mi piaceva che avesse due nomi. Mi era sempre piaciuta la gente con due nomi, perché devi decidere quale scegliere per chiamarli: Gus o Augustus? Io ero sempre stata solo Hazel, univocamente Hazel.

Era proprio bello. So che i ragazzi di solito non lo sono, ma lui sì.

"Ti posso rivedere?"
"Certo."
"Domani?"
"Come corri. Non vorrai sembrare troppo impaziente."
"È ben per quello che ho detto domani. Io vorrei rivederti stanotte. Ma sono disposto ad aspettare tutta la notte e molta parte di domani."

Il dolore esige di essere sentito.

Ogni salvezza è temporanea. Ho fatto guadagnare a quei bimbi un minuto. Forse è il minuto che consentirà loro di vivere un'altra ora, e l'ora regalerà un anno ancora. Nessuno può donarti l'eternità, Hazel Grace, ma la mia vita ha garantito loro un minuto. Ed è meglio di niente.

A volte le persone non capiscono le promesse che fanno nel momento in cui le fanno.

Ma io credo nel vero amore, capisci? Non credo che a tutti sia concesso di tenersi i propri occhi o di non ammalarsi, ma tutti dovrebbero avere un vero amore, e dovrebbe durare almeno quanto dura la tua vita.

Mi sono innamorata così come ci si addormenta: piano piano, e poi tutto in una volta.

Sono innamorato di te, e non sono il tipo di negare a me stesso il piacere di dire cose vere. Sono innamorato di te, e so che l'amore non è che un grido nel vuoto, e che l'oblio è inevitabile, e che siamo tutti dannati e che verrà un giorno in cui tutti i nostri sforzi saranno ridotti in polvere, e so che il sole inghiottirà l'unica terra che avremo mai, e sono innamorato di te.

Sarebbe un privilegio ritrovarmi il cuore spezzato da te.

Avevo nostalgia del futuro. [...] l'ambizione vorace degli esseri umani non viene mai saziata dalla realizzazione dei loro sogni, perché c'è sempre l'idea che tutto potrebbe essere fatto meglio e di nuovo.

I segni che gli umani lasciano troppo spesso sono cicatrici.

La probabilità che abbiamo di ferire l'universo è pari a quella che abbiamo di aiutarlo, ed è molto probabile che non faremo né l'una né l'altra cosa.

Ma poi ho chiesto più tempo per poterci innamorare.

Non puoi scegliere di essere ferito in questo mondo, vecchio mio, ma hai qualche possibilità di scegliere da chi farti ferire. A me piacciono le mie scelte. Spero che a lei piacciano le sue.

sabato 30 agosto 2014

Joyland - Stephen King

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JoylandStephen King
Sperling & Kupfer


Avevo tre paia di blue jeas, quattro di boxer, un rottame di Ford (con una buona radio), sporadiche idee suicide e un cuore spezzato. Che dolce, eh?

Io non credo che si possa mai superare del tutto la ferita inferta dal primo amore, e che essa non smetta mai di bruciare. Una parte di me vuole ancora sapere che cosa avessi sbagliato. Che cosa mi mancasse. Ormai ho sessant'anni, i capelli grigi, sono sopravvissuto a un cancro alla prostata, ma morirei pur di capire perché non andassi abbastanza bene per Wendy Keegan.

Da ventunenne la vita è come una cartina stradale. Solo quando arrivi ai venticinque o giù di lì cominci a sospettare di averla guardata capovolta, per poi esserne certo in fondo ai quaranta. Arrivato ai sessanta, fidatevi, capisci di esserti perso nella giungla.

Quando c'è in ballo il passato, tutti diventiamo romanzieri.

Il nostro è un mondo in rovina, funestato da guerre, atrocità, assurde tragedie. A ogni suo abitante, uomo o donna che sia, è toccata una razione di infelicità e di notti insonni. Quelli di voi che ancora ne sono all'oscuro, lo scopriranno presto.

venerdì 29 agosto 2014

Crimini Gemelli - Meg O'Brien

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Crimini Gemelli
Meg O'Brien
Harlequin Mondadori





 

La vita, dicono, è soltanto un'illusione che proiettiamo sullo schermo dell'esistenza quotidiana.

Un miracolo forse li avrebbe salvati. Ma anche i miracoli, a quanto pare, sono opera nostra. Finire all'inferno o in paradiso dipende da noi.

Aveva imparato a farlo, ad archiviare il passato, a non soffermarsi sui momenti difficili.

Niente passato infelice, né presente doloroso, né futuro incerto: solo una lavagna vuota.

Alla fine si sentì come se avesse portato a termine un incarico, tenuto a fede un impegno, anche se solo con se stesso. Era riuscito a tenere a bada i ricordi.

sabato 26 luglio 2014

Di tutte le ricchezze - Stefano Benni

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Di tutte le ricchezze
Stefano Benni
Feltrinelli Editore


Come vivo la solitudine? A volte con benevola pazienza, a volt con dolore. Passeggio lento, cucino male, scrivo con cura, dormo poco, penso molto.

Ma non risvegliate le mie ferite. Rispettate la cenere dei miei desideri. (...) E non chiedete silenzio alla notte di questi luoghi. Di notte, qui tutto sussurra e urla.

(Ebbene sì, noi poeti soffriamo davanti al male del mondo ma anche davanti a un frigo vuoto.)

Sono rientrato e ho deciso di fare una ricetta speciale. Si chiama Vitello alla Souveniens-Moi. La ricetta è semplice:
Vitello alla Ricordati-di-Me
Prendete una fettina di vitello e sdraiatela nella padella con poco olio. Cercate di ricordarvi che l'avete messa sul fuoro e toglietela prima che si bruci.

Tutte le lapidi da lontano
Sono pietre uguali tra loro
Allora perché tra la folla
Io cerco un solo viso
Tra tutte le voci una sola
E nell'orchestra la sola
Nota sbagliata di un arco?

Il piccolo mondo guarda il grande mondo e viceversa. E ognuno crede di capire l'altro.

Si sente a disagio in un teatrino così piccolo, ma nel teatro più grande qualcosa l'ha ferita.

Tutto finì. Non con uno schianto ma con un sussurro, come dice il poeta.

Chiudiamo questa brutta pagina
Il passato è un libro chiuso
Fu solo una brutta commedia
Scritta da un attore confuso.

Per quelli come te assolversi è questione di un attimo. Noi mortali invece ci arrovelliamo.

Sono un dinosauro, come dici tu, e cerco di estinguermi senza troppa tristezza.

Vorrei scrivere di più, ma la solitudine ogni tanto mi rabbuia e passo ore a guardare le colline.

Nei miei cassetti non ci sono scritti, soltanto ricordi, spaghi e candele.

Come vede, l'invidia fa parte della nostra vita di cosiddetti intellettuali. Ma col tempo passa. Da annichilente l'invidia diventa fertile, diventa il riconoscimento e la gratitudine per chi è più bravo di noi.

Mi faceva pena. Ma la pena è facile da provare e rapida da dimenticare.

Il bambino non sceglie la bellezza, per lui tutto è rivelazione, bellezza continua e indistinta.

Tutto il quadro mi sembrò dipinto solo per quel particolare, perché lo scoprissi.

E Michelle? Poteva essere la bellezza che mi avrebbe costretto ancora, con stupore, a guardare il grande quadro tormentato del mondo?

Non tentarmi, il mio cuore è fragile
Consumato, ferito. Batte
A fatica per me, non può batter per due
Scegli bene le parole tue
Una sola e si potrebbe spezzare
Non voglio più amare, ricordalo
Troppo amore ho voluto sprecare
Mi è caduto a terra, si è rotto.

Non avere paura della tempesta, Michelle. Ce ne saranno ancora tante nella tua vita, qualcuna anche nella mia. Abbiamo paura della natura irata, come tutti gli animali. Soltanto che noi ci scriviamo sopra poesie. E se si scoprisse un giorno una Tempesta scritta da un gatto, o magari si scoprisse che Shakespeare era un gatto, o una gatta, o una setta di felini commediografi? 
Intanto, dormi tranquilla.

Il professore ne ammirava il passo elastico, nonché la grazia e l'agilità dei muscoli sotto la cresta iliaca, specialmente il trocatere e il piriforme.
Insomma, le guardava il culo.

Abbiamo fretta, abbiamo paura del fulmine. È questo che ci fa sbagliare.

- Non possiamo sempre aspettare con pazienza. È come in amore. Ci innamoriamo di una persona e subito il nostro tempo accelera, l'abbiamo lasciata un momento fa e subito vorremmo rivederla, le ore lontano da lei sembrano lunghissime. Allora corriamo, scavalchiamo ostacoli e barriere, solo per raggiungerla un minuto prima. Michelle, lei ha fretta perché è innamorata del suo futuro, del suo mestiere, del desiderio di tornare alle luci del teatro, vicino al suo Tamino, o al suo Amleto.
- E se l'amore passa? - disse lei.
- Tutto torna come prima - disse il professore, un po' distratto dal rumore del bosco. - E si aspetta che un nuovo fulmine ci cada a un passo.

Ogni ramo voleva carezzarla, e qualcuno, invidioso della sua bellezza, cercava di ferirle il viso.

Ha sempre avuto il telefonino che si scaricava, così poteva scaricare me.

Io non sono in pace con me stesso. Cerco la pace, è diverso.

Di Rimbaud o di Thelenious Monk ne nasce uno al secolo, la giovinezza non vuol dire necessariamente genialità, il talento va coltivato, è artigianato. Alla sua età io lavoravo molto, trascuravo la mia vita privata e il divertimento. Ma poi ho imparato, anche dai miei allievi, a avere della scrittura una visione diversa. Non solo il lampo dell'ispirazione, l'angelo dei quadri dell'Annunciazione che annuncia il capolavoro, ma il duro lavoro, la ricerca continua del meglio, tagliare, ricucire, ripartire. La falegnameria dell'intellettuale.

Benedetta vecchiaia, pensò il professore, che ti permette di desiderare senza prendere, di ammirare senza sfregiare, di soffrire senza far male ad altri.

O mia Nasten'ka, Nasten'ka cara. Il professore sognatore ha ancora poche notti prima che il Torvo arrivi e rivendichi il suo amore su di te. Quante cose ti dirò, in queste notti, in cui si vedono le stesse stelle che si vedevano tanti anni fa a San Pietroburgo, non c'è la neve ma la immagineremo, e io avrò ventisei anni e mi fingerò un giovane invecchiato prematuramente.

La mia solitudine è dignitosa, la affronto a testa alta, ma se la guardo in faccia mi deride, mi ferisce, fa ritornare tutte le solitudini del passato. È così: ogni solitudine contiene tutte le solitudini vissute.

Continuo a ripetere che non sono innamorato. Ma non è amore desiderare una giornata in più con una persona appena conosciuta, desiderare ardentemente di restare solo con lei, di sentirsi scelto?

Tu scriverai, tu aspetterai, tu amerai.

Crediamo di sapere cosa scriveremo sulle pagine dei giorni futuri, oppure crediamo addirittura di essere già alla fine del libro... ma c'è sempre una pagina che ci sorprende.

- Basta coi segreti.
- Già, basta.
- E se ne ha ancora uno, se ne liberi. Non si volta, se si ha qualcosa di troppo pesante tra gli artigli.

Avevo deciso di pensare ùn-duè-trè, ritmare il pensiero per guidare il mio piede. Ma mi venne in mente, chissà perché,
Scri-ve-rai.
Scri-ve-rai.

La mia testa conteneva tre pensieri (ùn-duè-trè).
Uno, questa è pura gioia dell'istante.
Due, questa gioia finirà.
Tre, non la dimenticherò. 

Tutti applaudivano, ma noi stavamo fermi come due uccelli su un ramo, aspettando.

Io sono il canuto argento, pensai, lei è l'oro.

Applausi e urletti, specialmente di donne. Fu chiaro che il bell'Armando aveva riparato, oltre alla rubinetteria, varie carenze matrimoniali.

Ho danzato e sognato. Non si torna indietro. Sono innamorato, senza speranza e decoro.

Ci amavamo pensando, naturalmente, che nessuno avesse amato come noi. Pensavamo che una miracolosa alchimia avesse attirato e fuso i nostri due metalli.

L'amore più forte ha sempre i punti più deboli, spiragli per l'indifferenza, vuoti che riempiamo con ciò che per un attimo riteniamo migliore.

So che oggi non sono lo stesso uomo, ma contengo quell'uomo di allora, e non si guarisce dalla propria ombra, le si affiancano soltanto nuove luci.

Non penserò a quello che non è stato, ma a quello che meravigliosamente è stato.

Ci sono fiori che crescono anche sotto la neve, nelle crepe delle rovine, nelle grotte e nei deserti, e dove nessun uomo li vedrà mai.

Non sono innamorato di te, Michelle, sono innamorato della tua giovane speranza. Delle speranze che avevo.

Molti libri sono stati scritti a lume di candela, non dimenticarlo.

E penso a te che mi hai ascoltato. E mi hai reso diverso, nei mille pezzi di specchio, perché sarò diverso ogni volta che mi rileggerai, e diverso per ognuno che mi leggerà, svogliato o rapito.
Questo è il segreto dei libri, la loro vita è indomabile.
Anche tu pensami. Mentre poso la penna sul tavolo, con solenne lentezza, e la fiamma coraggiosa della candela vacilla, si inchina, ma resiste e illumina. 
Con il buio intorno, e noi che viviamo, in questo cerchio dorato.